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vivere e necessario morire, ne ha cercato uno più arieggiato e più sano: perchè ha creduto che la famiglia non fosse ridicola, ma avesse la sua poesia... perchè ha creduto che il sentimento vivo della natura e i fiori e gli azzurri profondi del suo cielo meridionale potessero venir sostituiti ai salottini muschiati... Ecco tutti i suoi torti.

Ma il libro vivrà, come vivono le quiete stelle che dall’alto del loro seggio vedono rotearsi ai piedi le meteore luminose e i fuochi d’artifizio: esso vivrà, come sono vissute fra i lazzi cortigianeschi del Gianni cavaliere e improvvisatore le severe odi del Parini; come vivranno tutte le giovani e forti creazioni delle anime grandi che all’idealismo delle fogne preferiscono l’idealismo delle altezze».




Ida Baccini. 9