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O vita fallace, do’m’hai menato
e co m’hai pagato — che t’aio servito?
Haime condutto ch’ io sia sotterrato
e manecato — dai vermi a menuto:
or ecco el tributo — che dai en tuo servire,
176 e non pò fallire — a gente ch’è nata.
O omo, or te pensa che è altra vita,
la qual è enfínita, — do’n’opo andare;
e socce doi lochi lá ’v’ è nostra gita:
l’una compita — de pien delettare,
l’altra en penare — piena de dolore,
182 o’so gli peccatore — con l’anema dannata.
Se qui non lasse l’amor del peccato,
serai sotterrato — en quel foco ardente;
se qui tu lassi e senne mendato,
serai translato — con la santa gente:
ergo presente — facciam correttura,
188 ché en affrantura — non sia nostra andata.