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Emprima che sie gionto — pensa che è tenebria
que pensi che sia dia, — que luce oscuritate.
Se non èi en questo ponto — che niente en te non sia,
tutto si è falsia, — que te par veritate.
E non è caritate — en te ancora pura,
68mentre de te hai cura, — pènsete far vittore.
Se vai figurando — imagine per vedere
e per sapor sapere — que è lo smesurato,
credi poter cercando — enfinito potere
si come è possedere, — molto panni engannato.
Non è que hai pensato, — que credi per certanza:
74giá non se’ simiglianza — de lui senza fallore.
Donqua te lassa trare, — quando esso te toccasse,
se forsa te menasse — a veder sua veritate.
E de te non pensare: — non vai che procacciassi,
che lui tu retrovassi — con tua vanitate.
Ama tranquillitate — sopra atto e sentimento;
80retrova en perdimento — de te el suo valore.
En quello che gli piace — te ponere, te piaccia:
perché non vai procaccia — quando te afforzassi.
En te si aggi pace: — abraccial se t’abraccia;
se noi fa, ben te piaccia, — guarda non te curassi.
Se corno dèi amassi, — sempre serie contento,
86portando tal talento — luce senza timore.
Sai che non puoi avere — se non quello che voi dare:
e quando noi voi fare, — giá non hai signoria.
Né non puoi possedere — quel c’hai, per afforzare,
se noi vuol conservare — sua dolce cortesia.
Perché tutta tua via — si fuor de te è posta,
92ch’en te non è reposta, — ma tutta è nel Signore.
Donqua, se l’hai trovato, — cognosci en veritate
che non hai potestate — alcun ben envenire.
Lo ben che t’è donato, — fai quella caritate
che per tua primitate — non se può prevenire.
Tutto lo tuo desire — donqua sia collocato
en quello smesurato — d’ogne ben donatore. 9S