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— Io posso parlar, ché stato so muto,
e questo ella croce si m’è apparato:
tanto de lei si aggio sentuto,
34 ch’a molta gente ne pos predicare. —
— E me fatt’ ha muto, che fui parlatore:
en si grande abisso entrat’è el mio core,
ch’io non trovo quasi auditore
38con chi ne possa de ciò ragionare. —
— Io era morto’ ed or aggio vita,
e questo è la croce si m’è apparita:
parme esser morto de la partita
42 ed aggio vita nel suo demorare. —
— Ed io non so morto, ma faccio el tratto,
e Dio lo volesse ch’el fosse ratto!
star sempremai en estremo fatto
46 e non poterme mai liberare! —
— Frate, la croce m’è delettamento:
nollo dir mai ch’en lei sia tormento;
forsa non èi al suo giognemento
50 che tu la vogli per sposa abracciare. —
— Tu stai al caldo, ma io sto nel fuoco:
a te è diletto, ma io tutto cuoco;
con la fornace trovar non pò loco:
54 se non c’ei entrato non sai quegn’e stare
— Frate, tu parli che io non t’entendo,
como l’amor gir vòi fugendo:
questo tuo stato verria conoscendo ^
58 se tu el me potessi en cuore spianare. —
— Frate, el tuo stato è en sapor de gusto
ma io c’ho bevuto, portar non pò el musto;
non aggio cerchio che sia tanto tusto
62che la fortura non faccia alentare.