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Per darte questo stato — descesi a tal basseza,
en stalla de laideza — aver vòlsi riposo:
sia donque recambiato — amor de tanta alteza,
che viene con tal richeza — per donarse gioioso;
cor non stia ozioso — de me trovar fervente:
176rescaldese la mente, — abracci con fervore.
Amor, priego, me dona, — sposa, ch’amor demando:
altro non vo cercando — se non amor trovare;
l’amor non me perdona, — tutto me va spogliando,
forte me va legando, — non cessa d’enflammare:
donqua prendi ad amare, — sposa cotanto amata;
182ben t’aggio comparata, — piú dar non ho valore. —
— Iesu, dolce mio sposo, — ■ dimme que posso fare,
che io te possa amare — quanto te so tenuta:
ch’a te non fo penoso — per me pena portare,
volendome salvare — ch’en colpa era caduta;
per me, vegio, è venuta — la Maiesta divina
188de serva far regina, — trarmi d’ogni fetore.
Amor, tutta so tua, — poi che m’hai creata,
ed hame recomparata — ch’era dannata a morte:
chi la derrata sua — avesse retrovata,
per lui è ben guardata — ed amata piú forte;
nullo ce può aver sorte — en me, se non tu, Cristo:
194facesti questo acquisto, — siene conservatore.
A tte piú che me tutta, — amor, se dar potesse
non è che noi facesse: — ma piú non ho che dia;
lo mondo e ciò che frutta, — se tutto el possedesse,
e piú, se ancora avesse, — dariate, vita mia;
dòtte che ho en balia: — voler tutto e sperare,
200amare e desiare — con tutto el mio core.
So che non se’ cambiato, — ma piú tu non demandi:
dòtte quanto comandi — e volere enfínito
che non è terminato, — che ancora piú non andi
e tutto non se spandi — en te stando rapito;
l’amor ha el cor ferito, — che se morir potesse
206e mille vite avesse, — per te darebbe, amore.