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lauda xliii | 93 |
che ella possa far la pietate
a l’omo per cui è stata advocato,
e la Iustizia segga cn ventate
con tutto lo suo officio ordenato.
Lo Patre onnipotente, en chi è ’l potere,
al suo Figliolo fa dolce parlamento:
— O Figliol mio, sommo sapere,
en tene iace lo sutigliamento;
de raquistar l’omo è en piacere
a tutto quanto lo nostro convento:
tutta la corte farai resbaldire
se tu vorrai sonar quello stromento.
— O dolce Patre mio de reverenza,
ne lo tuo petto sempre so morato,
e la virtute de la ubidenza
per mene si serà esercitato:
tròvemese albergo d’avegnenza
lá ’ve deggia essere albergato,
ed io faraggio questa convegnenza
de conservar ciascuna nel suo stato. —
Dio per sua bontá sí ha formato
un corpo d’una giovene avenante;
e poi che ’l corpo fo organizato,
creocci l’alma en uno icto stante;
ed enestante l’ha santificato
da quello original peccato ch’ante
per lo primo omo era seminato
en tutte le progenie sue afrante.
O terra senza tribulo né spina,
germinatrice de onne bon frutto;
de virtute e grazia sei pina,
poneste fine ne lo nostro lutto;
li qual per lo peccato eramo en pina
de Eva che mangiò lo veto frutto;
restauro de la nostra ruina,
Vergene Maria, beata en tutto!