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XXXVIII

Como è difficile passare per el megio virtuoso

     O megio virtuoso, — retenuta bataglia!
non è senza travaglia — per lo megio passare.
L’amor me costrenge — d’amare le cose amante,
ne l’amore è l’odio — de le cose blasmante.
amare ed odiare — en un coragio stante,
socce battaglie tante, — non le porría stimare.
     L’amore quello che ama — desidera d’avere,
lo ’mpedimento nascece — e gli è gran dispiacere;
piacere e dispiacere — en un cor convenire
la lengua nol sa dire — quanta pena è portare.
     La speranza enflammame — d’aver salvazione,
’nestante è desperanza — de mia condizione;
sperare e desperare, — star en una magione,
tanta contenzione — nolla porría narrare.
     Giogneme una audacia — sprezar pena e morte,
’nestante lo temore — vede cadute forte,
securtá e temore, — demorare en una corte,
tant’è le capevolte, — chi le porria stimare?
     So preso d’iracundia — contro lo mio defetto,
la pace mostra, ensegname — che so de mal enfetto,
pacifico ed iroso — contra lo mio respetto,
gran cosa è de star retto — a nulla parte piegare.
     Lo delettar abracciame — gustando el desiato,
lo tristore abatteme,— sottratto m’è ’l prestato,
tristare e delettare — nello suo comitato,
lo cor è passionato — en tal pugna abitare.