Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
XXXVI
Como l’anima vestita de vertú passa a la gloria
Anima che desideri — d’andare ad paradiso,
se tu non hai bel viso, — non ce porrai albergare.
Anima che desideri — de gire a la gran corte,
adórnate ed accónciate — che Dio t’apra le porte;
se tu non se’ ornata, — non troverai le scorte,
e sacci: poi la morte — non te porrai acconciare.
Se vòi volto bellissimo, — aggi fede formata;
la fede fa a l’anima — la faccia delicata,
la fede senza l’opera — è morta reputata;
fede viva, operata — aggi, se vòli andare.
La statura formosa — faratte la speranza;
ella a Dio conducete — che ’l sa far per usanza;
en ella corte è cognita — per longa costumanza,
la sua vera certanza — non te porrá fallare.
De caritate adórnate, — ch’ella te dá la vita,
e do’ ale compónete — per fare este salita;
l’amor de Dio e ’l prossimo — che è vita compita,
non ne serai schernita — se vai con tale amare.
De prudenzia adórnate, — anima, se vol salire;
ch’ella ha magisterio — ad saperte endrudire
d’andar composta e savia, — co se déi convenire
a sposa che déi gire — en gran corte ad estare.
Se tu nuda gissece, — siri’ morta e confusa:
la iustizia vèstete — la sua veste gioiosa,
de margarite adórnate — che d’aconciare è osa;
órnate corno sposa — che se va a maritare.