Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
lauda xiii | 25 |
E l’accida c’è morta — e iustizia c’è resorta;
dirizat’ha l’alma storta — en omne cosa ordenata.
L’avarizia n’è deietta — e pietate ce se assetta;
larga fa la benedetta — la sua gran lemosinata.
Enfrenata c’è la gola, — temperanza ce tien scola;
la necessitate sola — quella sì gli è ministrata.
La lussuria fetente — è cacciata da la mente;
castetate sta presente — che la corte ha relustrata.
O cor, non essere engrato — tanto ben che Dio t’ha dato!
vive sempre ennamorato — con la vita angelicata.