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262 | nota |
tempi per utilitá et consolatione di coloro che desiderasseno per via de croce et delle virtú seguitare el Signore: sapia per vero come circa la impressione presente, a fine che fusse emendata quanto piú si potesse: et reducta alla puritá anticha, che si trova molto alterata in piú libri: è stata usata questa diligentia, cioè che si sono havute due copie de tale laude cavate studiosamente da doi exemplari Todini assai antichi: et piú copiosi et migliori che si trovino in quella cittá: et doi altri vilumi pur antichi in buona carta, facti con diligentia: de quali uno appare scripto nella cittá de Perugia: dell’anno mcccxxxvi trovato in Firenze: de laude xc et non piú et molti altri volumi de diversi religiosi: et de altre particulare persone, trovati pur in Firenze. Da i quali tutti volumi, et spetialmente da li dicti piú antichi concordati molto insieme, si ha cavata nova copia per dare a l’impressori, servata la simplicitá et puritá anticha secondo quel paese di Todi, del modo di scrivere et de vocaboli, si come è parso a piú persone devote et spirituale che si dovesse fare, senza mutare o agiongere alcuna cosa di novo. Et in tal modo fo cominciata tale impressione a di xii de agosto passato, et continuata come si vede fino al numero centenario de laude, et due piú, non essendo maggior numero, ma piú presto minore in li predicti et molti altri volumi antichi, maxime della dicta citá di Todi, che fu la terrena patria del auctore: et dove se ne trova libri assai: dove etiam lui morí: et sono le sue ossa in veneratione. Non si dice però per questo che lui non facesse maggior numero de laude, né anco si afferma, che tutte queste siano facte da lui, per non se havere di ciò altro di certo. Quanto all’ordine de esse laude, vedendosi quello essere vario et incerto in molti libri: benché li Todini siano quasi ad uno modo, non è parso inconveniente cominciare da quelle due della Madonna: quale è porta et inventrice de ogni gratia, et da poi mettere le piú facile et successive le altre. Et anco distinguere le materie, et metterle insieme al meglio che si ha inteso, sì come si vederá facto. Della vita del prefato beato Iacopone in particulare non pare che si trovi certa narratione: ma della sua perfectione et trasformatione in l’amore divino, assai si vede per suoi scripti: et anco se intende el tempo nel quale lui fu, et scrisse.
Siano adunque confortati li lectori a legere con attentione esse laude simplici quanto al stilo et parole: ma piene di sancta doctrina, et de alti sentimenti in piú de quelle: li quali non potendo cosí intendere essi lectori, vogliano honorarli: et pregare la divina bontá, che li illumini la mente all’intelligentia di quanto bisogna alla salute de l’anime loro.
Le fonti menzionate dall’editore formano dunque tre gruppi distinti: 1°) i due codici todini assai antichi; 2°) altri due codici pur antichi, cioè della prima metá del secolo xiv (un d’essi, il perugino, è datato dal 1336); 3°) molti altri codici presumibilmente