Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
lauda ci | 251 |
Vigoros’amante, li amorosi
en cielo hanno tanta tua dolcezza,
gustando quelli morselli saporosi
che dá Cristo ad quelli c’hanno sua contezza,
che tanto sono suavi e delettosi;
chi ben li assagia, tutto el mondo sprezza
e quasi in terra perde suo sentore.
Sentítivi, o pigri e negligenti,
bastevi el tempo ch’avete perduto!
Oh quanto simo stati sconoscenti
al piú cortese che si sia veduto!
El qual promette celestial presenti,
e mai nullo non ne vien falluto;
chi l’ama, sí li sta buon servidore.
Servire a te, Iesú mio amoroso,
piú sei suave d’ogni altro diletto;
non può sapere chi sta de te ozioso
quanto sei dolce ad amar con affetto;
giamai el cor non trova altro reposo
se non in te, Iesú, amor perfetto,
che de tuoi servi sei consolatore.
Consolar l’anima mia non può terrena cosa,
però ch’ella è fatta a tua sembianza;
che piú de tutto el mondo è preziosa
e nobile e sopr’onne altra sustanza;
solo tu, Cristo, li puoi dar puosa
e puoi empire de tutta sua bastanza,
però che tu sei solo suo maggiore.
Maggiore inganno non mi par che sia
che volere quello che non se trova,
e pare sopra onne altra gran follia
de quel che non può esser farne prova;
cusí fa l’anima che è fuor de la via,
che vuol che ’l mondo li empia legge nova,
e non può essere, ché ’l mondo è minore.