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XCIV
Como l’onore e la vergogna contendono insieme
Udite una entenzone — ch’è fra Onore e Vergogna,
qual è piú dura pogna — ad om virtuoso passare.
La Virtute, forteza armata, — tolle la sua schiera,
e la Vergogna gli è contra — con la sua dura maniera;
nella prima frontiera — Vergogna fa dura bataglia,
l’altra e poi zanzavaglia, — ché nulla cosa può fare.
Forteza, da poi ch’entra — ad la Vergogna patire,
ella va vigorando — e la Vergogna avilire;
non gli può enante fugire, — lá unqua la trova l’abatte,
l’ascempio de Cristo combatte — che volse vergogna portare.
Tanto è ’l gaudio che porta — chi va per la via del Signore,
che onne vergogna si abatte — e nullo gli ha ’nante valore;
’nante ’l se reputa onore — poter vergogna suffrire,
ché séquita il dolce suo sire — che volse ’n vergogna finare.
La Temperanza s’acconcia — armata d’umilitate,
l’Onore armato sta contra — affolto con sua dignitate;
battaglie ce son smesurate; — vencendol s’envigoresce,
sempre piú forte ci aresce, — quando ’l te credi finare.
De l’onor c’hai conculcato — nasce piú forte onore;
se om terreno nol vede — battaglie t’en porti nel core,
poi che per li signi de fore — odi che se’ santo chiamato
tu, Satanas encarnato, — odi de te tal parlare.
Tutta la vita tua en pianto — parme che sia reputato,
vedendo ’l Signor en vergogna — ed io so d’onore amantato;
o cor mio tribulato, — l’arra porto d’enferno,
vivo nel mio dispiacenno — e campo per tal preliare.
Vergogna è ’l nimico palese, — puoite da longa coprire,
l’Onor è el nimico de ciambra, — non li puo’ enante fugire;
parme piú forte ad transire — onore en profonda umilitate
che non è soffrir mia vilitate — en forteza abracciata de core.