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lauda lxxx | 185 |
Fame, sete e morte nol travaglia,
sempre lo trovi forte a la battaglia,
a patir pena ed onne ria travaglia
e star quiito.
Lo corpo si ha redutto al suo servito,
li sensi regolati ad obedito,
gli eccessi sottoposti so a punito
ed a ragione.
Tutta sta quieta la magione,
gli officia distinte per ragione;
se nulla ce nascesse questione,
ston al iudicio.
Lo iudice che sede al malefizio
ser Conscio è vocato per offizio,
non perdona mai per pregarizio
né per timore.
Non perdona al grande né al minore,
nulla cosa occulta gli sta en core,
tutta la corte vive con tremore
ad obedenza.
Poi che l’alma vive a conscienza,
contien amar lo prossimo en piacenza,
amor verace par senza fallenza
de caritate.
Trasfórmate l’amor en veritate
nelle persone che son tribulate,
e, compatendo, magior pena pate
che ’l penato.
Quel per alcun tempo ha reposato,
lo compatente ce sta cruciato,
notte e giorno con lui tormentato
e mai non posa.
Non pò l’om sapere questa cosa
se non la caritate chi l’ha enfusa,
cormo nel penato sta retrusa
a parturire.