Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/189


LXXX

De l’amore divino destinto in tre stati

     — Sapete voi novelle de l’amore
che m’ha rapito ed assorbito el core,
e tiemme empregionato en suo dolzore,
e famme morire en amor penato?
     — De l’amore che hai demandato
molti amori trovamo en esto stato,
se tu non ne declar del tuo amato,
risponder noi non te ce saperimo.
     — L’amor ch’io ademando si è ’l primo,
unico, eterno e sta sublimo;
non par che ’l conoscati, como stimo,
da ch’en plurale avete la ’ntendenza.
     — Questo respondere giá non è fallenza,
de lo tuo amor non avem conoscenza;
se non t’encresce a dicerne sua valenza,
delettane l’audito d’ascoltare.
     — L’amor ch’io ademando è singulare;
cielo e terra empie col suo amare,
en cosa brutta non pò demorare,
tanto è purissimo.
     L’amor ch’io demando è umilissimo,
el cor, o’ se reposa, fa ’l ditissimo,
umilia l’affetto superbissimo
per sua bontade.
     Enfondeme nel cor fedelitate,
famme guardar da le cose vetate,
le cose concedute ed ordenate
fammele usar con temperanza.