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182 | lauda lxxix |
— Que frutti reduchicene — de esta tua visione?
— Vita ordinata — en onne nazione;
lo cor ch’era immondissimo, — enferno inferione,
de trinitá magione — letto santificato.
Cor mio, se’ te venduto — ad alto emperatore,
nulla cosa creata — m’archieda omai d’amore,
ché non è creatura — posta en tanto onore,
a me è ’n gran descionore — se en mio cor fosse entrato.
Se creatura pete — per lo mio amor avere,
vadane a la bontade — che l’ha distribuire,
ch’io non aggio que fare, — ella ha lo possedere,
può far lo suo piacere, — ché lo s’ha comparato.
Lo tempo me demostra — ch’io gli ho rotta la legge,
quando l’aggio occupato — en non servire de rege;
o tempo, tempo, tempo, — en quanto mal sommerge
a chi non te correge — passando te oziato!