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lauda lxi 137


     Vidde frate Pacifico — la croce de duoi spade
en te. Francesco angelico, — degno de gran laude;
le spade son scontrade: — l’una da capo a piede,
l’altra en croce se vede — per le braccia spiccato.
     Vidde te stare en aere — beato fra Monaldo,
o’ stava a predicare — santo Antonio entanno:
en croce te mostranno, — frati benediceve,
poi li despareve, — como trovam contato.
     La settima a la Verna, — stando en orazione,
sopra quella gran penna — con gran devozione,
mirabel visione, — serafin apparuto,
crocifisso è veduto — con sei ale mostrato.
     Encorporòtte stimate, — lato, piede e mano,
duro fôra a credere — se nol contam de piano;
staendo vivo e sano — molti sí l’on mirate;
la morte declarate, — da molti fo palpato.
     Fra l’altri santa Chiara — sí l’apicciò coi denti,
de tal tesaro avara — essa con la sua gente;
ma non gli valse niente, — ca gli chiovi eran de carne,
sí como ferro stane — duro ed ennervato.
     La sua carne bianchissima, — co carne puerile,
enante era brunissima — per gli freddi nevili;
l’amor la fe’ gentile — che par glorificata,
d’onne gente amirata — de mirabel ornato.
     La piaga laterale — como rosa vermiglia,
lo pianto era tale — ad quella meraviglia,
vederla en la simiglia — de Cristo crucifisso,
lo cor era en abisso — veder tal spechiato.
     O pianto gaudioso, — pieno d’amiranza,
pianto delettoso, — pieno di consolanza;
lacrime d’amanza — ce fuor tante gettate,
veder tal novetate, — Cristo nuovo piagato.
     Giú da le calcagna — agli occhi tra’ l’umore
questa veduta magna — d’esto enfocato ardore;
a li santi stette en cuore, — en Francesco fuor è uscito
lo balsamo polito — che ’l corpo ha penetrato.