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     Tutto el mondo veggio conquassato
e precipitando va en ruina;
corno l’omo che è enfrenetecato,
al qual non può om dar medicina,
li medici sí l’hanno desperato,
ché non glie giova encanto né dottrina,
vedemolo en extremo lavorare.
     Tutta la gente vegio ch’è signata
del caratte de l’antiquo serpente;
ed en tre parte l’hane divisata;
chi campa d’uno, l’altro el fa dolente;
l’avarizia nello campo è entrata,
fatt’ha sconfitta e morta molta gente,
e pochi son che vogliano restare.
     Se alcun ne campa d’esta enfronta,
metteglie lo dado del sapere;
enfia la scienzia en alto monta,
vilipende gli altri e sé tenere;
a l’altra gente le peccata conta,
li suoi porta drieto a non vedere,
voglion dir molto e niente fare.
     Quigli pochi che ne son campati
de questi doi legami dolorosi,
en altro laccio sí gli ha ’ncatenati;
de fare signi sí son desiosi,
far miracoli, render senetati,
de rapti e profezie son golosi;
se alcun ne campa, sí pò Dio laudare.
     Ármate, omo, ché se passa l’ora
che possi campare di questa morte;
ché nulla ne fo ancora sí dura
né altra ne sará giamai sí forte;
gli santi n’áber molto gran paura
de venir a prender queste scorte;
d’essere securo stolto me pare.