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(61) iacopone da todi — laude 177


55Poi che <’n> vai adornata,        anema, de fortezza,
li marturi t’envitano        a lor placevelezza:
«Vene cun nui a vedere        la divina bellezza,
che te darà alegrezza        qual non se pò estimare».

Poi che <ne> si adornata,        alma, de temperanza,
60li confissuri e vergene        te fo grann’envitanza:
Vene cun nui, bellissema,        che gusti l’abondanza
ad nostra congreganza,        de lo nostro gaudiare».


Poi che de Iustizia        tu porti membra ornate,
li prelati envitante        en loro societate:
65«Vene con nui, bellissima,        a la gran degnetate,
veder la Maiestate,        che nne degnò salvare».

Anema, se tu pense        êllo gaudio beato,
non te sirà gravezza        guardarte del peccato;
observarai la lege        che De’ t’à comandato,
70sirai remunerato        co santi a redetare.

Non te rencresca, o anema,        a ffar qui penetenza,
cà tutte le vertute        con lei ò convegnenza;
se ecco no la fai,        oderà’ la sentenza,
c’andarai en perdenza        nel foco tormentare.

61

Quando t’alegri,        omo d’altura,
va’ puni mente        a la seppultura;

e loco puni        lo to contemplare,
e ppensate bene        che tu di’ tornare