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S
E bramate fa per che cosa è amore,

     Narrar vi voglio se Apollo da aiuto,
     3Che altro non è che che’l suon di leuto,
Prima il manico in man si toglie pronto,
     E poi s’accosta la panza con panza
     6Per dar principio all’amorosa danza.
Si accorda poi l’ottava col bordone,
     Fino che si alza la sottana alquanto.
     9E con dolcezza si fica su’l canto.
Si va poi tasteggiando a poco, a poco,
     Gustando quel piacer che si diletta,
     12Ma non bisogna romper la rosetta.

M
I parto ahi sorte ria,

     Il cor ti lasso, e l’afflitta alma mia,
     Ne morrò nò, che amor non vole a Dio
     4Dolcissimo ben mio.
Mi parto, e sol mi guida
     De l’alma, e del mio cor la speme infida,
     Ne morrò nò, che il dolce affanno avviva
     Dolcissima mia Diva,
Mi parto, e vo lontano
     Sempre chiamando il vostro nome invano
     Ne morrò nò, che il ciel mi dona aita,
     8Dolcissima mia vita.
Mi parto o mia Signora,
     he già del mio partir è gionto l’hora,
     Ne morò non che amor non vuole, a Dio,
     12Dolcissimo ben mio.

              IL FINE: