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corniciato dall’umile scialle nero, di lana, che teneva in capo; guardò così un pezzo don Cosmo; poi aprì le labbra carnose e quasi bianche a un sorriso squallido e disse con un inchino:

— Signor Priore....

Una delle infermiere la prese per mano, mentre don Cosmo, accanto al Salvo, socchiudeva gli occhi, afflitto. Ninì andò dietro alla demente.

— Grazie, — disse Flaminio Salvo, stringendo forte la mano a don Cosmo. — E non dico altro a Lei.

— No, no.... — s’affrettò a rispondere il Laurentano, turbato e commosso ancora dal triste spettacolo, sentendo un’improvvisa, profonda pietà per quell’uomo che, nella sua invidiata potenza, con quella stretta di mano gli confidava in quel punto il sentimento della propria miseria.