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Ninì De Vincentis guardò tutt’intorno quella desolazione, senza dir nulla, ma seguitò a parlare per sè e per lui Capolino, bocca d’inferno, Capolino, inesauribile cinguettatore.

— La malatuccia, — disse, facendo una smusata, — avrà poco da stare allegra qua, non ti pare?

— È molto triste, — sospirò Ninì.

— Non dico soltanto per il luogo, — soggiungo Capolino. — Anche per quelli che vi stanno. Due tomi, caro mio! Adesso vedrai. Mah.... Questa villeggiatura si farà più per donna Adelaide che non ci viene, che per Dianuccia, la quale forse lo sospetta e la soffrirà in pace, al solito, per amore della zia.... Eh! Flaminio è un grand’uomo, non c’è che dire!

— L’aria però è buona, — osservò il giovanotto per attenuare, almeno un po’, l’aspro giudizio del compagno sul Salvo.

— Ottima! ottima! — sbuffò Capolino, il quale, da questo punto, si chiuse in un silenzio accigliato, fino all’arrivo a la villa.


Filosofia? pïo pïo pïo....


I carri erano giunti da poco, insieme con la giardiniera che aveva portato due servi del Salvo, il cuoco, una cameriera e due tappezzieri. Donna Sara Alàimo, sul pianerottolo in cima alla scala, batteva le mani, festante, a quelle quattro montagne di bella roba su i carri giù.

— Presto, scaricate! — ordinò ai servi e ai carrettieri Capolino, smontando dalla vettura e agitando la mazzettina. Poi, salita in fretta in fretta la scala, domandò a donna Sara: — Don Cosmo?

Ed entrò, senza aspettar risposta, nel vecchio ca-