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deve pur pensare, all’età.... Vis, vis, vis — lo dicono anche i sacerdoti. Dunque, mondo, niente. Diventa principessa, è vero? e principessa di Laurentano: dirò, regina di Colimbètra! Sì: ma per me, per te, per tutti noi che riteniamo il matrimonio religioso, non pur superiore al civile, ma il solo, il vero valevole; quello che, bastando innanzi a Dio, dovrebbe strabastare per gli uomini. Tutti gli altri però, che, non hanno affatto l’obbligo di riconoscerlo e di rispettare lei, fuori di Colimbètra, quale principessa di Laurentano; e Landino, per esempio, il figlio del primo letto, di rispettarla quale seconda madre. E che le resta dunque? La ricchezza.... Non lo fa per questo certamente, ricca com’è di casa sua. Se lo facesse per questo, oh! povera Adelaide, ho gran paura che le andrebbe a finire come a me....

E qui rise di nuovo Capolino, ma come una lumaca nel fuoco.

Dopo una lunghissima lotta, egli era riuscito a ottenere in moglie una sorella di Flaminio Salvo, mezza gobba, minore di due anni di donna Adelaide; e a formarsi con la dote di lei uno stato invidiabile. Allegrezza in sogno, ahimè! Povero mondo e chi ci crede! Cinque anni dopo, morta la moglie, sterile per colmo di sventura, aveva dovuto restituire al Salvo la dote, ed era ripiombato nello stato di prima, con tante e tante idee, una più bella e più ardita dell’altra nel fecondo cervello, alle quali purtroppo, così d’un tratto, era venuta meno la benedetta leva del denaro. Si era concesso sei mesi di profondo scoramento e poi altri sei d’invincibile malinconia, sperando con quello e con questa di intenerire il cuore dell’altra sorella del Salvo, di donna Adelaide appunto.

Ma il cuore di donna Adelaide non si era pur nulla