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Capitolo Secondo.


Per non dir male.


Pregati da Flaminio Salvo, che dagli affari di banco e dai tanti negozii a cui attendeva, non aveva mai un momento libero, Ignazio Capolino, già suo cognato, e Ninì de Vincentis, giovine amico di casa, scendevano il giorno appresso in vettura da Girgenti a Valsanìa per dare le opportune disposizioni per la villeggiatura: incarico graditissimo all’uno e all’altro, per due diverse, anzi opposte ragioni.

I carri, sovraccarichi di suppellettile, erano partiti da un pezzo da Girgenti, e a quell’ora dovevano essere arrivati a Valsanìa. Il discorso, tra i due in vettura, era caduto su le proposte nozze di donna Adelaide Salvo, sorella di don Flaminio, col Principe di Laurentano.

— Nono: è troppo! è troppo! — diceva sogghignando il Capolino. — Povera Adelaide, è troppo, ecco, dopo cinquant’anni d’attesa! Diciamo la verità....

Ninì De Vincentis batteva di continuo le pàlpebre, come per contenere nei begli occhi neri, a mandorla, vellutati, il dispiacere per quella derisione. Nello stesso tempo, con l’atteggiamento del volto bruno