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e il turbamento, che forse gli trasparivano sul viso, col timore d’aver mancato a una cosa che doveva fare; e però aggiunse in iscusa, arrossendo: — Perchè la signora disse che riposava....
— Su gli allori, eh? — aggiunse il Salvo, quindi, levando il mento e sorridendo apertamente, domandò:
— E.... dimmi, contenta lei.... la signora?
Aurelio aprì le braccia, e con l’aria di chi si fa nuovo di una cosa:
— Non mi parve, — rispose. — Perchè?
— Dev’esser contenta, — riprese il Salvo. — Va a Roma....
— Già, col marito adesso....
— Deputato, deputato, — concluse il Salvo, dimenando il capo. — Era necessario! Deputato.
E si alzò.
— Vedi, caro mio, quali sono le nostre colpe imperdonabili? Poi ci lamentiamo! In un momento come questo, con un’impresa come quella che abbiamo in animo di tentare, che ci costa già tanti studii, che mi espone già a tanti rischi, ho fatto eleggere deputato Capolino. Proprio l’uomo che mi ci voleva, non ti pare? per parlar forte a Roma, domani, al Ministero dell’Industria e del Commercio.... Ma era necessario. Vedrai che Ignazio starà benissimo a Roma: è il posto suo, quello. Qua m’ingombrava.... Piazza pulita, piazza pulita.... Caso mai, andrò io a parlare col signor Ministro, a Roma. Bisogna però che prima qua sottoscrivano tutti, tutti quanti i produttori di zolfo, grossi e piccini; li voglio tutti; e con questo, che limitino, occorrendo, l’estrazione del minerale e lo depositino tutto nei magazzini generali. Se no, niente. Arrischio i miei capitali per la salvezza dell’industria siciliana. Ho diritto di pretendere l’unione e l’accordo di tutti