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in certi momenti.... e non sappiamo neppure perchè quel momento solo e non un altro ci sia rimasto impresso e, a un tratto, ci si stacchi e guizzi sperduto nella memoria. Era forse un ricordo più ampio, di tutto un brano di vita. Si è spezzato. Resta viva una sola scena, vivo un sol momento, un attimo.... E ti rivedrai a cavallo, in una notte serena e deliziosa, sotto le stelle.... e forse invano ti sforzerai di ricordarti quali pensieri avevi in quel punto in mente, quali sentimenti nel cuore....

— Ma questo avviene anche senz’esser vecchi, — osservò Aurelio.

— Non è lo stesso, — rispose il Salvo. — Te n’accorgerai.

E restò un pezzo con gli occhi immobili e fissi senza attenzione.

C’era veramente anche nel Salvo, quella sera, non so che di strano, e anche Aurelio lo notò, come se, durante la sua assenza, quegli, lì nello studio austero, se ne fosse stato immerso in pensieri, che gli avessero ingenerato una tristezza nuova. Quali pensieri? Certo, se n’era stato coi gomiti su la scrivania e la testa tra le mani, poichè sul capo, calvo su l’occipite, erano scomposti i pochi capelli grigi attorno alla fronte, ch’egli teneva spartiti nel mezzo e raffilati.

Aurelio sapeva ch’era profondamente triste il fondo di quell’anima imperiosa, e che il tratto duro, i modi risentiti e irruenti eran come rigurgiti istantanei di quella tristezza inveterata, nascosta, compressa, inconsolabile. Ma perchè si era tanto abbandonato ad essa proprio in quella sera, che doveva esser lieto della vittoria?

— Tutti bene giù? — domandò il Salvo, riscotendosi. — Lui, lo hai visto?

— No, — rispose Aurelio, dissimulando l’impaccio