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— Abbiamo inteso, papà, — lo interruppe Celsina, infastidita. — Lasciaci parlare adesso! Vattene!

— Paese di carogne! — brontolò il Pigna, tirando su a stento le cianche per la scala. — Farabutti.... ohi ohi.... ignoranti....

E svoltò. Subito i due giovani si riabbracciarono. Antonio non si reggeva più; ebro, perduto, non poteva più staccarsi da lei; le cercò la bocca, comparso di sete, per un altro bacio, che le penetrasse nel fondo più fondo dell’anima; un altro bacio smanioso, cocente, infinito, col quale darle tutto sè stesso e prendersela tutta, nello spasimo del più violento desiderio.

— Basta, — gemette ella, esausta, abbandonandogli il capo sul petto.

Ma egli la stringeva ancora, più ardente; più tremante; voleva ancora la bocca.

— No, basta, Nino, — disse allora Celsina, riavendosi. — Basta.... basta....

Gli prese le mani, gliele strinse; se le posò sul seno ansante, senza lasciargliele; riprese:

— Così!... Dunque, senti.... tu vedrai, è vero? cercherai.... Devi far di tutto....

— Sì....

— M’ascolti?

— Sì....

— Non m’ascolti! Basta, ora. Nino! T’ho detto, basta. Non m’ascolti....

— Sì.... cercherò....

— Che cercherai? Lasciami, per carità!

— Non so.... farò di tutto.... figùrati! Dammi ancora un bacio....

— No! Dove cercherai?

— Ma per tutto, per tutto....