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— Andiamo noi due soli, Principe! — propose di nuovo donna Adelaide. — Vorrei proprio vederlo.... non so resistere, andiamo!

Mauro se ne stava innanzi alla porta della sua camera a terreno, e guardava torbido la vigna e il mare. Vedendo il Principe con una signora, si fece più scuro; ma, come don Ippolito lo chiamò amorevolmente, egli s’accostò e si curvò a baciarlo sul petto. Il bacio fu seguìto da una specie di singulto.

— Vecchio mio, — disse don Ippolito, intenerito da quel bacio sul cuore, — sai chi è questa signora?

— Me lo figuro; e Dio vi faccia contento! — rispose Mauro, guardando serio donna Adelaide, che lo mirava con gli occhi lucenti, sbarrati, e la bocca ridente.

— Vorrei far contento anche te, — riprese il Principe. — Vuoi andare a Roma?

— A Roma? io? — esclamò Mauro, stordito. — A Roma? E me lo domandate? Chi sa quante volte ci sarei andato a piedi, pellegrino, se le mie gambe....

— Bene, — lo interruppe il Principe, — ci andrai col vapore e con la ferrovia. Ho da darti un incarico per Landino. Vieni domani a Colimbètra.... cioè, domani no.... lasciami pensare! Manderò io a chiamarti entro la settimana. Devo parlarti a lungo.

— E poi.... presto a Roma? — domandò, titubante, Mauro.

— Prestissimo!

— Perchè sono vecchio, — soggiunse Mauro. — Su la forca dei due 7.... e morire senza veder Roma è stata sempre la spina mia!

— Ma ci andrete vestito così, a Roma? — gli domandò donna Adelaide.

— Nossignora, — le rispose Mauro. — Ci ho l’a-