Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/252

fin dalla prima infanzia nutriva un affetto tenerissimo e profondo per il vecchio Mauro o una viva ammirazione por il carattere di lui, per la fedeltà fanatica alla memoria e alle idee del nonno, per l’atteggiamento quasi sdegnoso che aveva assunto fin da principio e manteneva tuttora di fronte al padre, cioè di fronte a lui don Ippolito, che pure era il suo padrone. Nessun ambasciatore forse sarebbe stato più efficace di lui. Perchè quel vecchio rozzo, selvaggio, era come radicato nel cuore della famiglia, voce dell’antica Valsanìa, terra materna.

Volle approfittare di quel momento che le due signore si erano assentate, per uscire sul pianerottolo della scala a ordinare a Sciaralla di mandar giù nel burrone Vanni di Ninfa in cerca di Mauro, a cui voleva parlare.

Quando ritornò sul terrazzo, vi ritrovò donna Adelaide, donna Nicoletta e Dianella. Le prime due s’erano tolti i cappelli. Donna Adelaide aveva gli occhi rossi di pianto e Dianella era più pallida e più fosco il Salvo.

— Io non v’ho chiesto, don Flaminio, — disse il Principe, afflitto, — d’essere presentato alla vostra signora, perchè so purtroppo....

— Oh, grazie, grazie, — lo interruppe il Salvo, stringendosi nel suo cordoglio e scrollando lievemente il capo, con gli ocelli socchiusi, come per dire: — “Tanto.... è come se non ci fosse!...„

Donna Adelaide s’era accostata alla ringhiera del terrazzo e, con le spalle voltate, s’asciugava gli occhi, si soffiava forte il naso, dicendo a Nicoletta Capolino, che la esortava a calmarsi:

— Sono un’asinaccia, lo so! Ma che ci posso fare? Quando la vedo.... quando le vedo quegli occhi.... mi fa una pena! una pena!