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Capitolo Settimo.
La maschera.
Nicoletta Capolino entrò nello studio del marito già abbigliata, con uno strano cappellone di feltro piumato su i bellissimi capelli corvini. Florida, snella e procacissima, ardente negli occhi e nelle labbra, spirava dalle segrete, sapienti cure della persona un profumo voluttuoso, inebriante.
Era quello un momento drammatico, d’intermezzo alla commedia che marito e moglie rappresentavano da due anni ogni giorno, anche nell’intimità delle pareti domestiche, l’una di fronte all’altro, compiacendosi reciprocamente della loro finezza e della loro bravura.
Sapevano bene però l’uno e l’altra, che non sarebbero mai riusciti a ingannarsi; e non tentavan nemmeno. Che lo facessero per puro amore dell’arte, non si poteva dire, che odiavano entrambi in segreto la necessità di quelle loro finzioni. Ma se volevano vivere insieme, senza scandalo per gli altri, senza troppo disgusto per sè, riconoscevano di non poterne far di meno. Ed eccoli dunque premurosi a vestire, o meglio, a mascherare di garbata e graziosa menzogna quel loro odio; a trattar la men-