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Figurarsi, dunque, se il Principe poteva andar d’accordo con questa sorella! Ma con Cosmo, intanto, perchè no? Questi, almeno apparentemente, non aveva mai parteggiato per alcuno. Ma forse non approvava la protesta del fratello maggiore contro il nuovo Governo. Chi aveva però ragione di loro due? Il padre, prima che liberale, era stato borbonico, Gentiluomo di Camera e Chiave d’oro: che meraviglia, dunque, se il figlio, stimando fedifrago il padre, s’era serbato fedele al passato Governo? Meritava anzi rispetto per tanta costanza: rispetto e venerazione; e non c’era nulla da ridire, se voleva che tutti sapessero com’egli la pensava, anche dal modo con cui vestiva i suoi dipendenti. Sissignori, sono borbonico! ho il coraggio delle mie opinioni! — Coraggio, Titina!


Ohè!


Un toffo di terra arrivò a questo punto a le spalle di capitan Sciaralla, seguito da una sghignazzata.

Il capitano diè un balzo su la sella e si voltò, furente. Non vide nessuno. Da una siepe sopra l’arginello venne fuori, invece, questa strofetta, declamata con tono derisorio, lento lento:

Sciarallino, Sciarallino,
sei scappato dalla storia?
dove vai con tanta boria
sul ventoso tuo ronzino?

Capitan Sciaralla riconobbe alla voce Marco Préola, il figlio scapestrato del segretario del Principe, e sentì rimescolarsi tutto il sangue. Ma, subito dopo,