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con tanto accanimento? ad accumulare tanta ricchezza? Non per lei certamente; sì per un bisogno spontaneo, prepotente, della sua stessa natura; per dominare su tutti; per esser temuto e rispettato; o fors’anche per stordirsi negli affari o per prendersi a suo modo una rivincita su la sorte che lo aveva colpito. Ma in certi momenti d’ira (come dianzi), o di stanchezza e di sfiducia, lasciava pur vedere apertamente che tutte le sue imprese e i suoi sforzi e la vita sua stessa non avevano più scopo, perduto l’erede del nome, colui che sarebbe stato il continuatore della sua potenza e della sua fortuna.

Da un pezzo, convinta di questo, Dianella, pur non sapendo neanche immaginare la propria vita priva di tutto quel fasto che la circondava, aveva cominciato a sentire un segreto dispetto per quella ricchezza del padre, di cui un giorno (il più lontano possibile!) ella sarebbe stata l’unica erede, per forza e senza alcuna soddisfazione per lei. Quante volte, nel vederlo stanco e irato, non avrebbe voluto gridargli: — “Basta! Lascia! Perchè la accresci ancora, se dev’esser poi questa la fine?„ — E altro ancora, ben altro avrebbe voluto gridargli, se con l’anima avesse potuto arrivare all’anima del padre, senza cioè che le labbra si movessero e udissero gli orecchi.

Da quanto aveva potuto intendere col finissimo intuito e penetrare con quegli occhi silenziosamente vigili e da certi discorsi colti a volo senza volerlo, aveva già coscienza che la ricchezza del padre, se non al tutto male acquistata, aveva pur fatto molte vittime in paese. Crudele con lui la sorte, crudele la rivincita ch’egli si prendeva su essa. Voleva tutto per sè, tutto in suo pugno: zolfare e terre e opificii, il commercio e l’industria dell’intera provincia. Per-

Pirandello. I vecchi e i giovani. - I. 10