Pagina:I vecchi e i giovani Vol. I Pirandello.djvu/13


— 8 —


Oh Dio, ma proprio per lui, per quell’uniforme borbonica dei venticinque uomini di guardia, tanto sdegno, tanto schifo? O perchè non badavan piuttosto codesti indignati al signor sindaco, ai signori assessori e consiglieri comunali e provinciali e ai più cospicui cittadini, che venivano a gara, tutti parati e impettiti, a fare ossequio a S. E. il Principe di Laurentano, che li accoglieva ne la villa come un re nella reggia? E Sciaralla non diceva dell’alto clero con Monsignor Vescovo alla testa, il quale, si sa, per un legittimista come Sua Eccellenza, poteva considerarsi naturale alleato.

Sciaralla gongolava e gonfiava per tutte queste visite; e nulla gli era più gradito che impostarsi ogni volta su l’attenti a presentar le armi. Se veniva Monsignore, se veniva il sindaco, la sentinella chiamava dal cancello il drappelletto dal posto di guardia vicino, e un primo saluto, là, in piena regola, con un bel fracasso d’armi, levate e appiedate di scatto; un altro saluto poi, sotto le colonne del vestibolo esterno de la villa, al richiamo dell’altra sentinella del portone. Rispetto al salario, era così poco il da fare, che tanto lui quanto i suoi uomini se ne davano apposta, cercandone qua e là il pretesto; e una delle faccende più serie erano appunto questi saluti alla militare, i quali servivano a meraviglia a toglier loro l’avvilimento di vedersi — così ben vestiti com’erano — inutili affatto.

In fondo, con tali e tanti protettori, Sciaralla avrebbe potuto ridersi della baja che gli dava la gente minuta, se, come tutti i vani, non fosse stato desideroso d’esser veduto e accolto da ognuno con grazia e con favore. Non sapeva ridersene poi, e anzi da un pezzo in qua ne era anche più d’un po’ costernato per un’altra ragione.