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— Nossignori! Vado io, tocca a me; l’articolo l’ho scritto io, e io ne rispondo!

Non aveva neppur visto chi gli s’era fatto innanzi: gli s’era lanciato addosso come una belva, lo aveva levato di peso e scagliato con tale impeto contro l’uscio, che questo s’era sfondato, sfasciato, con gran fracasso e rovinìo di vetri infranti.

Quando il Verònica, il Mattina e il nipote Del Re sopraggiunsero a precipizio, tra la ressa della gente accorsa da ogni parte agli urli che s’eran levati altissimi dalla sala di redazione, Marco Préola col volto insanguinato e un coltello in mano si dibatteva ferocemente, sbraitando:

— Lasciatemi, maledetti, lasciatemi! Se lo liberate adesso, l’ammazzo più tardi! Lasciatemi! lasciatemi!