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di quello minimo che vi siete tracciato, si traducono, inevitabilmente e sciaguratamente, in miraggi, per la ignoranza di coloro a cui sono rivolte. Questo ho detto! E ho soggiunto....
Nuove proteste confuse si levarono nella sala. Il Bruno battè il pugno sulla tavola e impose silenzio.
— Lasciatelo parlare!
— Ho soggiunto, — riprese il Covazza, — che voi, abbagliati, nel fervore della vostra sincera fede giovanile, credete che le vostre dimostrazioni e spiegazioni siano veramente comprese.
— Sono! sono! sono! — gridarono molti a coro.
— Non sono! Non possono essere! — negò energicamente il Covazza. — Come volete che siano, se non le comprendete bene neanche voi stessi?
Una tempesta di urli si scatenò a questa affermazione. Il Bruno, Lando Laurentano, Lino Apes, i colleghi deputati stentarono un pezzo a domarla. Spiridione Covazza aspettò a capo chino, con gli occhi chiusi, che fosse domata; a un certo punto, giunse le mani e, tenendole alte, piegò ancor di più il capo tra esse, curvò con fatica l’obesa persona; poi, aprendole in un ampio gesto e risollevandosi, pregò quasi piangente;
— Non mi costringete, signori, per falsi riguardi al vostro malinteso amor proprio, non mi costringete ad attenuare d’un punto la verità con concessioni, che farebbero a me e a voi stessi vergogna, e che potrebbero essere perniciose in questo momento! Quanti tra voi conoscono veramente Marx? Quattro, cinque, non più! Siate franchi! Tutti gli altri non hanno coscienza vera di quel che si vuole; sì, sì, proprio così! nè dei mezzi congrui per conseguirlo, infatuati d’un socialismo sentimentale, che s’inghirlanda delle magiche promesse di giustizia e d’ugua-