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già a poco a poco rallentato non sarebbe cessato del tutto! Ebbene, certi giorni, arrivava a sentire per il suo stesso corpo, così alto e smilzo, per il suo volto bruno pallido, dalla fronte troppo ampia, dalla barba nera, quadra, dal naso imperioso in contrasto con gli occhi da arabo sonnolento e voluttuoso, una strana antipatia. Se li guardava nello specchio come se fossero d’un estraneo. Dentro quel suo stesso corpo, intanto, in ciò che egli chiamava anima, il flusso continuava indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti ch’egli imponeva per comporsi una coscienza, per costruirsi una personalità. Ma potevano anche tutte quelle forme fittizie, investite dal flusso in un momento di tempesta, crollare; e anche quella parte del flusso che non scorreva ignota sotto gli argini e oltre i limiti, ma che si scopriva a lui distinto, e ch’egli aveva con cura incanalato ne’ suoi affetti, nei doveri che si era imposti, nelle abitudini che si era tracciate, poteva in un momento di piena straripare e sconvolger tutto.
Ecco: a uno di questi momenti di piena egli anelava! Si era perciò immerso tutto nello studio delle nuove questioni sociali, nella critica di coloro che, armati di poderosi argomenti, tendevano ad abbattere dalle fondamenta una costituzione di cose comoda per alcuni, iniqua per la maggioranza degli uomini, e a destare nello stesso tempo in questa maggioranza una volontà e un sentimento che facessero impeto a scalzare, a distruggere, a disperdere tutte quelle forme imposte da secoli, in cui la vita s’era ponderosamente irrigidita. Sarebbero sorti nelle maggioranze quella volontà e quel sentimento così forti, da promuover subito il crollo? Mancava in esse ancora la coscienza e l’educazione necessarie. Renderle coscienti, educarle, prepararle: ecco un