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Auff! sul serio, a quell’ora, una spiegazione? E perchè? Quando avrebbe dovuto parlare, — zitto! Ora, ora che ella si annojava soltanto, mortalmente, pretendeva da lei una spiegazione? Eh via! Troppo tardi.... troppo tardi.... Se egli stesso del resto, col suo contegno, tra le inevitabili relazioni della nuova vita in cui l’aveva messa, di fronte alle tentazioni, a cui questa vita la esponeva, agli esempii che di continuo essa le poneva sotto gli occhi, aveva contribuito a farle stimar troppo ingenuo, puerile e tale da attirar l’altrui derisione il bel sogno da lei accarezzato, sposando?

Oh sì, con la massima sincerità ella aveva sognato di rallegrar col riso della sua giovinezza gli ultimi anni della vita eroica di Francesco D’Atri, vecchio amico e fratello d’armi di suo padre.

Gli era forse sembrato che troppo precipitosamente, con troppa avventatezza avesse ella preso la risoluzione di sposarlo, quella sera ormai lontana, in cui, discorrendosi in casa del padre di donne, di vecchi, di matrimonii, a una domanda di lei, egli aveva risposto per ischerzo, sorridendo malinconicamente: “Eh, se mi sposi tu....„?

Ma fors’anche egli aveva sospettato in lei l’ambizione di diventar moglie d’un Ministro! Per il parentado, per le condizioni della sua nascita, ella era quasi povera.

Avrebbe dovuto saper bene, però, Francesco D’Atri che in casa di lei, sempre, le risoluzioni si eran prese così, precipitosamente, ma che la precipitazione non era stata mai a scapito della fermezza nel mantenerle.

Suo padre, giovine, nella compagnia spensierata e gioconda di tant’altri giovani dell’aristocrazia palermitana, quasi per una picca, da un giorno al-