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— Oh, — sclamò ella, abbandonandosi di nuovo su la poltrona. — Mi hai spaventata!

Sorridendo e intrecciando le mani sul capo, soggiunse:

— Ma no... perchè?

Le larghe maniche dell’accappatojo scivolarono e le scoprirono le braccia bellissime.

— Finora, no, — riprese egli. — Non te ne sei accorta bene, perchè al fastidio che ho potuto recarti di quando in quando....

— Francesco, ho tanto sonno, — gemette ella.

— Permetti.... permetti.... permetti.... — diss’egli con stizza. — Voglio dirti, che al fastidio hai trovato un compenso assai largo nella mia...., nella mia.... dirò, filosofia....

— Dimmi subito l’altra sciagura, ti prego! prego! — sospirò quasi nel sonno donna Giannetta.

Francesco D’Atri si mise a sedere. Veniva adesso il difficile del discorso, ed egli voleva esprimersi quanto meno crudamente gli fosse possibile. Poggiò i gomiti su i ginocchi, si prese la testa tra le mani, per concentrarsi meglio, e parlò, guardando verso terra.

— Eccomi. Aspetta. Io ho dovuto.... ho dovuto scontare.... Ma già tu, in questo, non hai colpa alcuna. Era naturale che, tra i diritti della tua gioventù e i tuoi doveri di moglie, tu seguissi piuttosto quelli che questi. Avrei potuto farti osservare, da un pezzo, che tu stessa, accettando spontaneamente, anzi con.... con entusiasmo, un giorno, questi doveri verso un vecchio, avevi implicitamente, è vero? rinunciato a quei diritti; ma neanche di ciò ti fo colpa, perchè forse anche tu, allora, ti facesti l’illusione che....

A questo punto Francesco D’Atri sollevò il capo e s’interruppe,