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vedete? l’ho fatto cambiare io, or ora.... C’è roba.... roba per tutti.... nella cassapanca, venite a vedere!

Il Costa con un gesto d’impazienza, domandò ai giovani:

— Vorreste che venisse qua, sotto Valsanìa, la barca?

— Sì, sì, qua! — rispose Lando. — No, zio, per carità, mi lasci stare!

— Spògliati, ti dico....

— Non è prudente, — seguitò Lando, rivolto al Costa, mentre lo zio gli strappava per forza il soprabito, — non è prudente mostrarci a Porto Empedocle. A quest’ora a tutti i porti di mare sarà certo venuto da Palermo l’ordine della nostra cattura.

— Ma sarà difficile, — fece notare allora il Costa, — che approdi qua sotto, di notte, una tartana, con questo mare grosso.... Basta; non mi tiro indietro.... Si potrà tentare....

E corse a prendere in sala l’ampio mantello a cappuccio, ancora zuppo di pioggia.

— Amici! — gridò l’Ingrào, — non sarebbe meglio seguire questo signore, ora che è notte e nessuno ci vede? Ci terremmo nascosti in prossimità del paese, fintanto che egli non avrà noleggiato la barca!

Il consiglio non fu accettato per una savia considerazione di Lino Apes:

— Ma che dite? Credete che una tartana si noleggi, in quattro e quattr’otto, di notte tempo e con questo tempo? Bisognerà trovare il padrone....

— Lo conosco! — interruppe il Costa. — Ne conosco uno io, mio amico, fidatissimo.

— E i marinaj? — domandò l’Apes. — Il padrone solo non basta.