Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/264


— 258 —


— E Ippolito? Ippolito?

— Dormiva, — rispose quello. — Alle tre dì notte! Dormiva. Ma dice che, quando l’uomo di guardia, costretto ad aprire il cancello, corse alla villa ad avvertire....

— Parlate di don Landino? — lo interruppe a questo punto Mauro, cacciandosi tra i due furiosamente. — Ditemi che cos’è!

— No, che don Landino! — gli rispose il Costa, mostrando sul volto una trista gajezza. — Gli hanno fatto l’ultima a quel degno galantuomo, che è stato qua un mese a pestarvi la faccia! So che voi lo amate quanto me!

— Il Salvo?

— Già!

E il Costa alzò un piede come per darlo sul collo del caduto. Seguitò:

— Sua sorella, la moglie del principe, ha preso la fuga, questa notte, col deputato Capolino....

— La fuga? Come, la fuga?

— Come, eh? Ci vuol poco.... Quello è venuto a pigliarsela con la carrozza, e son partiti di notte tempo, con la corsa delle tre, per Palermo. Certo s’erano accordati avanti....

Don Cosmo, ancora stralunato, mormorava tra sè in disparte:

— Povero Ippolito.... povero Ippolito....

— Gli sta bene! — corse a gridargli Mauro in faccia.

— Mescolarsi con una tal razza di gente, — aggiunse il Costa con una smorfia di schifo. — Del resto, sa, si-don Cosmo? una certa mortificazione, forse, non dico di no.... Lo scandalo è grosso: non si parla d’altro a Girgenti e alla marina.... Ma, dopo tutto.... già non la trattava nemmeno da moglie.... dice che dormivano divisi e che.... a sentir le male