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— E Ippolito? Ippolito?
— Dormiva, — rispose quello. — Alle tre dì notte! Dormiva. Ma dice che, quando l’uomo di guardia, costretto ad aprire il cancello, corse alla villa ad avvertire....
— Parlate di don Landino? — lo interruppe a questo punto Mauro, cacciandosi tra i due furiosamente. — Ditemi che cos’è!
— No, che don Landino! — gli rispose il Costa, mostrando sul volto una trista gajezza. — Gli hanno fatto l’ultima a quel degno galantuomo, che è stato qua un mese a pestarvi la faccia! So che voi lo amate quanto me!
— Il Salvo?
— Già!
E il Costa alzò un piede come per darlo sul collo del caduto. Seguitò:
— Sua sorella, la moglie del principe, ha preso la fuga, questa notte, col deputato Capolino....
— La fuga? Come, la fuga?
— Come, eh? Ci vuol poco.... Quello è venuto a pigliarsela con la carrozza, e son partiti di notte tempo, con la corsa delle tre, per Palermo. Certo s’erano accordati avanti....
Don Cosmo, ancora stralunato, mormorava tra sè in disparte:
— Povero Ippolito.... povero Ippolito....
— Gli sta bene! — corse a gridargli Mauro in faccia.
— Mescolarsi con una tal razza di gente, — aggiunse il Costa con una smorfia di schifo. — Del resto, sa, si-don Cosmo? una certa mortificazione, forse, non dico di no.... Lo scandalo è grosso: non si parla d’altro a Girgenti e alla marina.... Ma, dopo tutto.... già non la trattava nemmeno da moglie.... dice che dormivano divisi e che.... a sentir le male