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Che fare? che fare? come vedersi più in quei luoghi testimonii della sua passata esaltazione? come più attendere alle cure pacifiche della campagna, mentre sapeva che tutta la Sicilia era sossopra e tanti vili rinnegati si levavano ad abbattere e scompigliare l’opera dei vecchi?

Da anni e anni, tutti i suoi pensieri, tutti i suoi sentimenti, tutti i suoi sogni consistevano dei ricordi e della soddisfazione di quest’opera compiuta. Come aver più requie al pensiero, ch’essa era minacciata e stava per essere abbattuta? Contro ogni considerazione per la sua vecchiezza, contro ogni seduzione delle antiche, tranquille abitudini, si vedeva costretto dalla sua logica ingenua a riconoscere, ch’era debito d’onore per quanti come lui portavano al petto, le medaglie, in premio di quell’opera, accorrere ora in difesa di essa.

— La vecchia guardia nazionale! la vecchia guardia! Tutti i veterani a raccolta!

E alla fine, in un momento di più intensa esaltazione, era corso come un cieco, per rifugio e per consiglio, al camerone del Generale, ove finora non gli era bastato l’animo di rimetter piede.

Appena entrato, era scoppiato in singhiozzi, e senz’osare di riaprir gli scuri delle finestre e dei balconi, serrati con cura amorosa prima di partire, era rimasto al bujo, a lungo, con le mani sul volto, a piangere su l’antico divano sgangherato e polveroso. A poco a poco, i fremiti, le ansie degli antichi leoni congiurati del Quarantotto, che si riunivano lì, in quel camerone, attorno al vecchio Generale, s’erano ridestati in lui a farlo vergognare del suo pianto; le ombre di quei leoni, terribilmente sdegnate, gli eran sorte intorno e gli avevan gridato d’accorrere, sì, sì, d’accorrere, pur così vecchio com’era, a im-