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troppo tardi, sul luogo; e l’animo esacerbato, con cui era accorso all’invito, gli era rimasto oppresso da uno stupore pieno di tetra ambascia, come se i suoi amici gli avessero empito di stoppa la bocca arsa di sete.

Scosso dall’urgenza di correre a qualche riparo sotto la minaccia incombente d’una violenta, schiacciante repressione da parte del governo, s’era opposto con indignazione ai consigli di prudenza de’ suoi amici, smarriti e sbigottiti dalla gravità estrema del momento. Prudenza? Ora che, a distanza di pochi giorni, nei piccoli paesi dell’interno, ecco, a Giardinello, di appena ottocento abitanti, e a Lercara, ecco, a Pietraperzia, a Gibellina, a Marinèo, uscivano e si raccoglievano in piazza mandre di gente, senz’alcuna intesa, senz’altra bandiera che i ritratti del re e della regina, senz’altra arma che una croce imbracciata da qualche donna lacera e infuriata in capo alla processione, e s’avviavano cieche incontro ai fucili d’una ventina di soldati, a cui più che altro la paura di vedersi sopraffatti consigliava all’improvviso di far fuoco, senz’aspettarne il comando? Sì, nessuno aveva suggerito loro quelle processioni che finivano in eccidii; ma di esse e di tutti gli atti inconsulti e del sangue di quei macellati si doveva ora rispondere, appunto perchè quelle mandre cieche s’eran credute atte e mature ad accogliere la dimostrazione dei loro diritti. Come tirarsi più indietro, ora, e consigliar prudenza? No, non c’era più altro scampo, ormai, che nell’ultimo prorompimento di quella pazzia: bisognava immolarsi insieme con quelle vittime!

E Lando Laurentano aveva sdegnosamente rifiutato di apporre la firma a quel manifesto del Comitato centrale ai lavoratori dell’isola, che nella solennità del tono perentorio gli era sembrato anche