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tumidi e insanguati dal pianto, — aspetto fino a domani la risposta, o che venga lui qua, a dirmi che debbo crepare e farmi pestar la faccia così....

— Ma certo! ma certo! ma certo! — ribattè Capolino, andandole dietro. — Come vuoi che Flaminio ti dica....

— Me lo deve dire! — lo interruppe ella, frenetica, mostrando i denti e le pugna. — Questo mi deve dire, con la sua bocca; e allora sì, allora sì, subito! faccio lo sproposito! sono pronta! faccio lo sproposito!

Entrò in quel punto Liborio, il cameriere favorito del principe, in preda a un’ansia spaventata, e restò un momento perplesso alla vista del pianto e dell’agitazione della signora.

— Eccellenza.... Eccellenza.... — disse, — il signor don Salesio....

— Che cos’è? — domandò con rabbia donna Adelaide. — Che vuole?

— Niente, Eccellenza.... pare che....

E Liborio alzò una mano a un gesto vago, di benedizione.

— Ah, — fece allora donna Adelaide, piantando duramente gli occhi in faccia a Capolino e restando un tratto a guardarlo accigliata e a bocca aperta, come per saper da lui se fosse bene o male, che giusto in quel punto quel poveretto morisse. — Meglio.... meglio così! — esclamò poi, — meglio così, pover’uomo.... Andiamo, Gnazio, andiamo a vederlo....

E corse dietro a Liborio, seguita da Capolino, frastornato e turbato.

— L’ho tenuto qua con me.... — gli diceva, andando, — l’ho trattato.... l’ho curato.... Bella gente siete stati vojaltri, ad abbandonarlo così.... povero