Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 214 — |
tumidi e insanguati dal pianto, — aspetto fino a domani la risposta, o che venga lui qua, a dirmi che debbo crepare e farmi pestar la faccia così....
— Ma certo! ma certo! ma certo! — ribattè Capolino, andandole dietro. — Come vuoi che Flaminio ti dica....
— Me lo deve dire! — lo interruppe ella, frenetica, mostrando i denti e le pugna. — Questo mi deve dire, con la sua bocca; e allora sì, allora sì, subito! faccio lo sproposito! sono pronta! faccio lo sproposito!
Entrò in quel punto Liborio, il cameriere favorito del principe, in preda a un’ansia spaventata, e restò un momento perplesso alla vista del pianto e dell’agitazione della signora.
— Eccellenza.... Eccellenza.... — disse, — il signor don Salesio....
— Che cos’è? — domandò con rabbia donna Adelaide. — Che vuole?
— Niente, Eccellenza.... pare che....
E Liborio alzò una mano a un gesto vago, di benedizione.
— Ah, — fece allora donna Adelaide, piantando duramente gli occhi in faccia a Capolino e restando un tratto a guardarlo accigliata e a bocca aperta, come per saper da lui se fosse bene o male, che giusto in quel punto quel poveretto morisse. — Meglio.... meglio così! — esclamò poi, — meglio così, pover’uomo.... Andiamo, Gnazio, andiamo a vederlo....
E corse dietro a Liborio, seguita da Capolino, frastornato e turbato.
— L’ho tenuto qua con me.... — gli diceva, andando, — l’ho trattato.... l’ho curato.... Bella gente siete stati vojaltri, ad abbandonarlo così.... povero