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naro, che Celsina aveva mandato da Roma e di cui non sapevano che pensare.... E altro danaro, in quei giorni, poco, oh poco, e frutto pietoso e ribrezzoso d’un’altra vergogna ben nota, veniva dalla sorella maggiore, da Rosa, a quelle loro mani logorate dal lavoro e ora forzate all’ozio, forzate ad accogliere il tristo peso di quei soccorsi non chiesti.
La nuova ragna.
Che agli occhi altrui figurasse d’andare a Colimbètra non di sua volontà, ma chiamato, piaceva molto a Capolino.
Era là, adesso, appesa al ramo una pera, rimasta un tempo acerba alla sua brama; ma che ora, a quanto poteva congetturare da notizie recenti, doveva esser più che matura, lì lì per cadere, a una scrollatina càuta e ardita della sua mano.
Ah, sarebbe stato, questo, il perfetto compimento della sua vendetta! E tutto pareva meravigliosamente preordinato, perchè con la maggior possibile agevolezza la sua vendetta si compisse così! Adelaide Salvo figurava nubile tuttora innanzi allo stato civile.
Non aveva egli provato un irragionevole astio segreto al tempo delle trattative del matrimonio di lei col principe di Laurentano? Per qual ragione, difatti, quell’astio, se Adelaide Salvo non avrebbe potuto più esser sua moglie, essendo egli già ammogliato con Nicoletta Spoto? Eppure.... eppure aveva provato quell’astio, che ora gli si scopriva irragionevole non più nel senso di prima, ma in un altro opposto. Perchè, se egli allora avesse potuto