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e di sdegno, s’era turati gli orecchi, gridando esasperato:
— Maledetti! maledetti! maledetti!
E, afferrando per le spalle Pertichino e scrollandolo furiosamente, gli aveva ingiunto di correre a gridare a quella canaglia dal ciglio del burrone dirimpetto, che smettesse subito.
— E poi, fuori di qua! fuori dai piedi! Non voglio più vederti! Chi ha qua fastidio delle mosche, se le cacci da sè! zitta, da sè! Sono stanco, sono stufo di tutte queste volgarità, che mi tolgono il respiro! Basta! basta! basta!
Ed era scappato via dal terrazzo, con gli occhi strizzati e le mani su le tempie.
Il cielo s’incaverna.
Fortuna che, pochi giorni dopo, s’era presentato a la villa don Salesio Marnilo, con un viso sparuto e quasi affumicato, guardingo e sgomento, a chiedere ajuto e ospitalità. Era diventato, fin dal primo giorno, cavaliere di compagnia di donna Adelaide, la quale credette che gliel’avesse mandato Iddio.
— Don Salesio, per carità, mangiate! Per carità, don Salesio, rimettetevi subito! Subito, Pertichino, due altri ovetti a don Salesio!
S’era messa a ingozzarlo come un pollo d’India prima di Natale. Il povero gentiluomo, ridotto una larva, non aveva saputo opporre alcuna resistenza; aveva ingollato, ingollato, ingollato tutto ciò che gli era stato messo innanzi, e quasi in bocca, a manate; poi.... eh, poi l’aveva scontato con tre-