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versar tra loro, a lungo, e s’illusero dapprima, che tra loro il vecchio e la fanciulla s’intendessero. Ma sì, a meraviglia s’intendevano perchè l’uno e l’altra, ciascuno per sè, non parlavano, se non con la propria follia. E le due follie sedevano accanto e si tenevano per mano.

— Una donna.... vergogna!... Non si dice Aurelio.... Signor Aurelio.... signor Aurelio!... Ma com’è possibile che l’abbia dimenticato?... Una così grossa ferita al dito.... Vieni, vieni, qua, al bujo.... nell’andito.... Te lo succhio io, il sangue dal dito.... Una donna? Vergogna.... Signor Aurelio....

— Questi.... sono questi, i figli! La nuova gioventù.... Per veder questo, oh assassini, abbiamo tanto combattuto.... sacrificato la nostra vita.... per veder questo, donna Dianella! E che ci vado più ad appendere, adesso, sotto la lettera del Generale nel camerone? che ci vado più ad appendere, dopo tutto quello che ho visto!

— Eh, ma chi lo sa l’anno che viene? Il gelso, a marzo, coglie sangue di nuovo.... E allora, quand’è in amore, per gettare, è molle, molle come una pasta, e se ne fa quello che se ne vuole.... Chi lo sa l’anno che viene?

— Incerto il bene, ma certe le pene, figlia mia! Incerto il bene, ma certe le pene!

Così conversavano di là, quei due.

Nè Lando nè Flaminio Salvo badavano intanto a un altro, di qua con loro, che non diceva nulla, ma che pure non meno di quei due era fuor di cervello.

Non vedeva, non sentiva, non pensava più nulla, Antonio Del Re. La furia della disperazione, con la quale s’era avventato sopra il Selmi, gli aveva come folgorato lo spirito. Uscito dalla casa del Selmi, era