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scosse amaramente il capo. Poi, facendo un atto appena appena con le mani, parlò:

— Troppe.... troppe cose dovrei dire, che non posso.... Anche la pietà, capirete.... sì, sì.... anche queste lacrime, amici.... mi bruciano! Perchè anche da quei due, che le meritano per la loro sorte, ma da voi, cari, da voi; non da me.... anche da quei due io ebbi male; ma sopratutto da chi li guidò a quel passo; da chi li teneva in pugno, e....

— Il Salvo! — proruppe il D’Ambrosio. — Hanno arrestato ad Aragona Marco Préola; ma lui, il Salvo, per la Madonna, debbono arrestare! lui affamò là tutto il paese! lui è il vero assassino! E giustamente Dio l’ha punito, con la pazzia della figlia! Così, tra due pazze, se ne starà ora con tutte le sue ricchezze!

Capolino, allora, scattò in piedi, sublime.

— Ma per carità! no! no! Non posso permettere che si dicano di queste cose alla mia presenza! Vuoi difendere quegli assassini? Via! Sappiamo tutti che il Salvo era nel suo diritto, chiudendo là le zolfare! Ognuno provvede, come sa e vuole, ai proprii interessi. E, del resto, non si è forse adoperato in tanti modi qua, al risorgimento dell’industria? No, no! Signori miei, vedete? parlo io, io, in questo momento, e arrivo fino a dirvi, che egli, dal suo lato, anche come padre, ha creduto di agire per il bene della figliuola! Voi tutti non avete alcuna ragione per non riconoscer questo; potrei non riconoscerlo io, io solo, perchè i mezzi, di cui si è servito, mi hanno distrutto la casa, spezzato la vita! Ma egli mirava, là, al bene di tutti quei bruti; e qua, al bene della sua figliuola!

Dieci, quindici, venti mani si tesero a Capolino, in un prorompimento d’ammirazione per così ma-