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Capitolo Quarto.
Va’ fuori d’Italia....
Corrado Selmi uscì dalla Camera dei deputati livido, stravolto, con un tremor convulso per tutto il corpo.
Appena su la piazza, nel sole, fece uno sforzo disperato su sè stesso per riaversi, per riafferrare in sè e rimettere sotto il suo dominio la vita, che gli sfuggiva in un tremendo scompiglio; ma restò, avvertendo che non aveva neanche la forza di trârre il respiro, quasi avesse il petto, il ventre squarciati.
Un sentimento nuovo gli sorse allora improvviso: la paura. Non degli altri; ma di sè.
Or ora gli altri li aveva sfidati e assaliti, là, nell’aula del Parlamento, con estrema violenza. Ancora ne tremava tutto. Nessuno, là, aveva osato fiatare. Ma quel silenzio.... ah, quel silenzio era stato per lui peggiore d’ogni invettiva, d’ogni tumultuoso insorgere di tutta l’assemblea.
Quel silenzio lo aveva atterrato.
Aveva ancora negli orecchi il suono de’ suoi passi nell’uscire dall’aula. Nel silenzio formidabile, quei