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minimo, e temeva che quello sbrigliamento della moglie potesse dare all’occhio. Del resto, non poteva soffrirlo, non tanto per quello che potevano pensarne gli altri, quanto per so. Da deputato e con gli occhiali, voleva che anche sua moglie, ormai, diventasse più seria. A Roma e con quei Vella attorno e con la libertà in cui era costretto a lasciarla, non gli pareva possibile. Flaminio Salvo, ora che donna Adelaide era andata a nozze, certamente avrebbe avuto bisogno di lei, a Girgenti. Per la figliuola, s’intende; per quella cara Dianella senza mamma. Se non oggi, domani, avrebbe scritto per pregarla di ritornare. Non gli pareva l’ora all’onorevole Ignazio Capolino! Ma ecco, adesso, quell’imbecille del Costa che veniva a guastargli le uova nel paniere!

La pelle.... Temeva per la pelle.... Pezzo d’asino! Ma già, se non era stato buono in tanti anni neanche d’accorgersi che Dianella lo amava, che aveva sotto mano la fortuna, una simile fortuna! come avrebbe riconosciuto ora, che meglio di così un deputato d’opposizione non poteva essere accolto da un Sottosegretario di Stato? E aveva osato rimproverargli le approvazioni.... Ma sicuro! per far piacere a lui doveva difendere i solfarai, quasi che, nelle ultime elezioni, egli fosse andato su anche col suffragio di quei galantuomini! Messo tra il Governo e i socialisti, poteva un deputato conservatore, d’opposizione, esitar nella scelta? Ma andate a ragionare di queste cose con uno, a cui la fortuna dava il pane perchè lo sapeva senza denti!

Intanto Flaminio Salvo, per seguitare da un canto la commedia di quel progetto e aver modo dall’altro d’abboccarsi con Lando Laurentano, che non aveva voluto assistere alle nozze del padre, senza dubbio sarebbe accorso alla chiamata; e certo avrebbe con-