Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
80 | I ricordi del Capitano D'Arce |
fantasticherie dell’adolescenza, discorrendo laggiù della maliarda la quale prendeva lui pure adesso, con una parola, con un nulla, legandolo, incatenandolo a sé con quel ninnolo che gli aveva messo fra le mani, come un fanciullo che si voglia tenere a bada.
— Ah, ma sapete! E proprio carino il vostro amico Aldini!
— Ve l’avevo detto, — rispose Casalengo un po’ ironico.
Ella si strinse nelle spalle con un movimento che gli mise sotto il naso i begli omeri nudi.
— Badate però. È un ragazzo... un ragazzo pericoloso.
— Ah, così? — disse lei.
E Carmen volle farne l’esperimento, povero Aldini. Tanti altri, ora vinti e intossicati per tutta la vita, l’avevano chiamata con quel soprannome di guerra e di malaugurio, ch’era la punzecchiatura delle sue amiche gelose, e la carezza o la maledizione degli incauti che si lasciavano prendere al fascino del suo sorriso dolce e buono — la più strana cosa, su quella bocca di vampiro. Poich’essa faceva il male con una incoscienza ch’era la sua maggiore attrattiva; vi metteva una sincerità, quasi una lealtà che le faceva perdo-