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Commedia da salotto 49

ammirare la bella croce di brillanti sul petto dell’amica. — Ah, Dio!...

Suo marito entrava in quel momento nel salottino, diritto, calmo, arrotolando fra le dita una sigaretta. Poi si chinò per accenderla a quella di Casalengo, mentre la moglie in fondo alla sala, sentivasi venir meno, colla visione di quei due uomini che si trovavano faccia a faccia negli occhi stralunati. La contessa, che vedeva ogni cosa dal suo posto, si mosse subito, e passò immediatamente nella stanza dove fumavasi.

— Ah, Dio mio! — balbettò la povera Ginevra.

— Via, mia cara!... Vedi!... E lì la contessa. Non c’è pericolo pel momento...

Essa, interrottamente, con un soffio di voce, le labbra smorte e convulse, gli sguardi erranti qua e là, disse cosa era stato.

— L’ordinanza l’ha visto venire ieri sera... tardi... Ha detto ogni cosa a mio marito... Io non ho avuto tempo di suggerire una scusa a lui....

Intanto davano mano a sgombrar la sala per far quattro salti. I giovani aiutavano, allo scopo di impietosire la padrona di casa e strapparle un sì. Ma la contessa tappavasi le orecchie per non lasciarsi sedurre, ostinata, inflessibile, tossendo in mezzo al